C’est plus facile – come diceva il barista della reclame mentre stappava un SanBittèr – quando c’è qualcuno che fa da mangiare, apparecchia e sparecchia, pulisce il bagno, rifà i letti, va a fare la spesa e a colazione ti fa trovare le brioches calde. E per giunta mentre tu sei in ferie.
È più facile fare la mamma quando c’è qualcuno che pensa al resto e tu devi pensare solo a loro, i tuoi tre nanerottoli. Quelli là in fondo, quei tre zingarelli – come li chiama guardandoli amorevolmente la nonna Gi – sempre insabbiati, scalzi e con la pelle dorata incrostata di sale marino mal risciacquato, quelli che corrono e saltano senza fermarsi un attimo tra il mare e la spiaggia, in un turbinio di attività infantilmente entusiastiche e naturalmente avventurose, quelli che insabbiati, scalzi e con le incrostazioni di sale marino sulla pelle lo sono anche quando non sono al mare, a spasso per Cervia come a tavola, a letto addormentati come rapiti a guardare Pigga Pig (come chiama Giovi la sua adorata maialina antropomorfa, regina incontrastata delle sedute televisive pre-nanna dei Mongi boys).
Fare la mamma diventa ancora più facile se, oltre agli aiuti materiali che la squadra di Villa L. offre ai suoi “migliori clienti”, decidi di lasciare nel cassetto del comodino il cellulare, di non leggere le mail e di rispondere agli sms non oltre cinque giorni da quando sono arrivati.
Fare la mamma è facile davvero se ti convinci che viene bene se fai quello e basta, che vuol dire addormentarsi con loro e con loro svegliarsi, essere felice di avere tutto il giorno davanti solo per giocare, divertirti a fare i pirati sul canotto, preparare file sterminate di polpette di sabbia, fare a gara a mangiare il Cucciolone in dieci morsi, non domandarti mai che ore sono, perdere le staffe in un pandemonio di “santalò e cavolacci” se qualcuno ti ha nascosto la tua paletta verde e soprattutto se prometti di non guardare mai con invidia la vicina di ombrellone stesa placidamente sul lettino a leggere il giornale, con le cuffie nelle orecchie, gli addominali abbronzati, senza un granello di sabbia addosso e lo smalto perfetto.
Fare la mamma allora, oltre che facile è anche piacevole, perché i nanerottoli respirano quell’aria magica e si mettono in modalità “bimbi perfetti”: vanno a letto senza fare storie, usano il tovagliolo per non sporcarsi, mangiano con le posate e ruttano solo se bevono la CocaCola, si vestono da soli, non si litigano la palla, si aiutano a vicenda a mettersi i braccioli, dividono l’ultima albicocca rimasta, non dicono mai di no, non si parlano sopra l’uno con l’altro urlando sempre più forte e a rotazione si avvicinano al tuo orecchio per sussurrarti con pathos “ti voglio tanto bene mamma!”
Se poi ti capita che la signora Rosa, in vacanza con le nipoti adolescenti, mentre tu, capello improbabile, costume fradicio e vergognandoti un po’ torni su dalla spiaggia con il canotto sottobraccio, lo zainetto in spalla, una borsa di giochi in mano e il passeggino tra i denti, con al seguito i tuoi tre zingarelli a culo nudo (perché ti sei dimenticata i costumi di ricambio), insabbiati (perché la doccia era troppo fredda e tu avevi dimenticato anche gli asciugamani), scalzi (tranne Giovi che gira sempre solo con la ciabattina destra) e variamente incrostati di sale (perché quest’anno va così), la signora Rosa dicevo, ti fermi per dirti “sa che è proprio una brava mamma lei?”, beh, allora succede un po’ come in Cenerentola quando la zucca si trasforma in carrozza, il cavallo in cocchiere e i topolini in splendidi cavalli bianchi e tutto c’est plus facile!
colonna sonora: Live to rise, Soundgarden